Dicorso del sindaco e lettera del card. Coccopalmerio per l'inaugurazione del bassorilievo domenica 22 settembre 2013
Intervento del Sindaco di Tirano alla inaugurazione del bassorilievo con i ritratti dei padri Camillo De Piaz, Davide Turoldo e del cardinale Carlo Maria Martini
Tirano, domenica 22 settembre 2013
Benvenuti a questa manifestazione che si svolge nei due giorni organizzati dal Gabbiano a Tirano nella ricorrenza del suo 30° di fondazione.
Dicevo ieri in apertura delle manifestazioni che si trattava di una bella occasione per la nostra città, che ci permetteva di guardare ai tre intensi decenni trascorsi e vedere con soddisfazione tanta benefica attività di interesse sociale e su quanta sofferenza si sono chinati gli animatori e gli operatori del Gabbiano.
Se ciò è accaduto a pochi passi dal santuario, rinnovando la tradizione che gli è propria di luogo in cui le vecchie e le nuove povertà trovano sostegno, è merito di un tiranese, padre Camillo De Piaz e della sua Comunità dei Servi di Maria, rappresentati qui oggi da padre Antonio Santini che a quella scelta ebbe parte da priore della comunità e da priore provinciale. E fu una scelta lungimirante e coraggiosa quella di offrire sede al Gabbiano in quello che era stato il loro collegio (per noi, sempre e irrimediabilmente la “Casa del fanciullo”).
E’ questa una ragione di più per considerare quanto la scelta di sostituire i Servi di Maria nella cura del santuario sia stata fra le più sbagliate nella storia della città, ancorché compiuta da amministratori per altri versi benemeriti e oculati.
Ieri ho rivendicato alla popolazione di Madonna il merito di avere fatto buona accoglienza al Gabbiano e di avere subito tacitato le poche e isolate voci che vedevano nella sua presenza nella piazza della basilica pericoli e inopportunità.
Non senza una punta di orgoglio (fosse solo questo il difetto dei politici e degli amministratori!) ho confessato ieri e ripeto qui la mia soddisfazione per l’apporto dato dalla mia amministrazione all’azione che ha portato il Gabbiano a disporre oggi di una nuova sede dalla quale non potrà essere allontanato se non per sua volontà. Benché il Comune non sia intervenuto con fondi propri, ha però messo tutto il peso della sua autorità e dichiarato il suo interesse perché le istituzioni deputate lo facessero.
Grazie a ciò il Gabbiano dispone oggi dell’ex carcere mandamentale, da anni sottratto alla sua destinazione (purtroppo più punitiva che riabilitativa) e lo trasformerà in un luogo di sollievo delle miserie umane e di riabilitazione.
Oggi, grazie alle scelte compiute dai Servi di Maria, la Diocesi che è succeduta loro nella proprietà della sede del Gabbiano, ha il vantaggio di vedersi già allineata, grazie alla preveggenza di uomini come padre Camillo De Piaz, sulle linee operative del nuovo pontificato a cui il mondo guarda con grande speranza.
Questo giustifica ampiamente che la città abbia aderito ben volentieri ed abbia fatto propria l’iniziativa della posa in questa area di accoglienza turistica all’ingresso di Tirano, di un bassorilievo di bronzo che raffigura padre Camillo con padre Davide Turoldo, a cui è intitolata la sede tiranese del Gabbiano, e il cardinale Martini che fu loro amico.
Ma qui, sulle ragioni di merito che confortano la nostra decisione lascio volentieri la parola ad un cittadino onorario di Tirano, il cardinale Francesco Coccopalmerio, attraverso la lettura del messaggio che ci ha inviato.
"Dal Vaticano, 17 settembre 2013
Mi è caro far sentire la mia presenza e la mia vicinanza in occasione dell'inaugurazione del bassorilievo, in memoria dei padri Camillo De Piaz e Davide Turoldo e del cardinale Carlo Maria Martini, che avverrà domenica 22 settembre prossimo a Madonna di Tirano.
Le indimenticate figure dei due padri Camillo e Davide, che hanno intessute tante
attività pastorali e culturali tra Milano e la Valtellina, non potevano non essere collegate al
caro padre Carlo Maria Martini, che mi ha voluto al suo fianco nella cura pastorale della
diocesi milanese.
Tre vite eccellenti che si intrecciano, figure di grandi uomini di Chiesa dai caratteri
forti, dalle passioni avvolgenti, dal coraggio indomito di chi affronta con decisione le
avversità e le incomprensioni.
Li accomunava l'amore e la predilezione per le nuove e le antiche povertà, il vivere
in prossimità coi bisognosi e il trasmettere contenuti profondi mediante la cultura e l'arte.
Averli immortalati insieme in un bassorilievo unisce queste caratteristiche che li legava,
ma ne esalta allo tempo stesso le individualità, così forti da emergere con vigore anche dal
bronzo.
Benedico l'iniziativa, i suoi promotori e realizzatori e benedico la provvida ventura
di averli conosciuti e apprezzati e di poter assaporare ancora la loro voce mediante i loro
scritti e la loro profonda testimonianza, che anche questa iniziativa ricorda e rimarca.